I nostri valori
Ci piace definirci una comunità di comunità, nel senso che la prima comunità è la famiglia o una persona con il suo desiderio di famiglia che, riconoscendo di non bastare a se stessa, decide, per realizzarsi a pieno, di vivere accanto ad altri in modo solidale, in un clima di fiducia reciproca e di prossimità famigliare.
Vivendo insieme abbiamo capito che qui abbiamo la possibilità di stare nel mondo, nel modo che sentiamo buono per noi e per le nostre famiglie.
Vivendo insieme abbiamo capito che è il modo in cui guardi le cose e cosa decidi di mettere al centro che è fondamentale.
Abbiamo capito che occorre cambiare la prospettiva, spostare il baricentro da me stesso all’altro, semplicemente accettando l’altro per quello che è, non per come vorrei che fosse.
E’ un percorso di crescita, che ci insegna ad accarezzarci e a sostenerci reciprocamente con uno sguardo benevolo.
Lo stile della comunità è ispirato a delle ‘’buone pratiche’’ ossia a dei valori che cerchiamo di vivere giorno per giorno:
  • L’ACCOGLIENZA. Crediamo che una vita vissuta in modo buono non possa tralasciare la premura verso il prossimo, la sollecitudine a favorire il benessere dell’altro, l’impegno a far fiorire le sue possibilità. Da sempre le famiglie aprono la loro casa a persone che hanno bisogno: persone in ricerca, minori in affido, stranieri, persone con esperienze difficili alle spalle. Cerchiamo di accoglierci e di sostenerci nel quotidiano, ci impegniamo ad accogliere e curare una relazione più intima con chi incrocia il nostro cammino. A volte basta un sorriso o un po’ di tempo dedicato all’ascolto, a volte un caffè bevuto insieme condividendo una gioia o un dolore. L’accoglienza può durare pochi giorni o anche molti anni, a seconda del bisogno e del bene di ciascuno.
  • LA CONDIVISIONE. La nostra è sicuramente un’esperienza singolare, un’esperienza di fraternità di famiglie. Vogliamo vivere la condivisione, che ha come fondamento la fiducia. Una condivisione di tutto ciò che siamo e di tutto ciò che abbiamo. Avere momenti in cui sperimentare il dono del sentirsi ascoltati e dell’ascoltare l’altro con affetto accresce la fiducia nell’altro, la serenità nei rapporti, l’accettazione reciproca. Avere il coraggio e la possibilità di togliersi le maschere, provare a fare emergere una trasparenza tra le persone ed all’interno di se stessi, mettersi nelle mani dell’altro con aspettativa sempre positiva consente di compiere un percorso di liberazione dal giudizio che conduce ciascuno nel tempo a trovare più profondamente la propria identità ed il proprio equilibrio, offrendo uno spazio per coltivare la propria interiorità.
  • L’ APERTURA. Vivere con la porta aperta, accogliendo e lasciandosi accogliere, è la risposta al desiderio di vivere uno stile di relazione fatto di incontro e ascolto, dove mettere al centro la fiducia, il rispetto e la benevolenza. La comunità cerca di sostenere in vari modi tante persone e famiglie del quartiere, in rete con la Parrocchia, il Comune, il Centro Ausiliario Minorile, le scuole, ecc. La porta e il cancello aperti vogliono anche essere metafora di libertà di testa e di cuore. Una comunità di famiglie deve essere una comunità aperta, un luogo dove si aiuta la gente a scegliere, dove ognuno cerca la propria strada.
  • LA SOBRIETÀ. Quelle in gioco sono famiglie, persone che ricercano uno stile di vita sobrio, essenziale nei consumi, ma anche nelle idee, che non inseguono l’accumulo e lo sperpero dei beni, ma cercano di investire sulle relazioni con le persone nel rispetto dell’ambiente.
  • LA CONVIVIALITÀ. La vita comunitaria è una vita fatta di relazioni, interne ed esterne col territorio. La relazione ha bisogno di tempo dedicato. Un tempo non misurato, ma generosamente messo a disposizione, un tempo che ad un occhio profano può apparire “tempo perso”, ma che invece è sempre “tempo donato” che comporta una vita non più fatta a compartimenti stagni. La nostra vita comunitaria è da sempre basata su tempi e luoghi dedicati ogni giorno alla relazione. La condivisione è quindi quotidianamente alimentata da occasioni di incontro, ascolto e sostegno reciproci in un clima di convivialità.
  • LA CASSA COMUNE. La buona pratica della cassa comune è utilizzata come strumento per confermare la fiducia negli altri ed il cammino da compiere su se stessi. Nella cassa comune ognuno di noi mette tutto se stesso, quello che produce e quello che è; è una condivisione totale, pur nella libertà, pur nella diversità: condivisione sì, ma non fusione. 
L’equilibrio che si persegue tra valori e stile di vita ed il sostegno reciproco vissuto in una casa solidale, consente alle famiglie, ai padri Gesuiti e alle persone di trasformare le parole che si portano nel cuore in pratica quotidiana.
Questo complesso immobiliare (costituito da Villa Marietti, edifici rustici, giardini ed area cortilizia) è stato concesso dal Comune di Milano all’Associazione Comunità e Famiglia onlus, come sede della Comunità di Villapizzone.
In base alla vigente convenzione, l’Associazione è l’unico soggetto direttamente responsabile, nei confronti del Comune di Milano, per quanto riguarda la tutela del complesso immobiliare e le attività che si svolgono al suo interno.
Non è un parco pubblico. Da sempre la Comunità ha voluto condividere questo luogo così bello con le altre persone, scegliendo di lasciare aperto il cancello e condividere col territorio alcuni spazi destinandoli ad uso sociale, organizzando via via una fruizione organizzata (per salone e rustico) e anche libera (parco giochi), nonché il passaggio pedonale tra la piazza Villapizzone e via Console Marcello.
Chiediamo a chi usufruisce degli spazi fruibili con prenotazione di partecipare attivamente con una donazione libera e responsabile, ricordando che la comunità si fa totalmente carico di renderli disponibili, occupandosi della manutenzione delle sale, delle aree esterne e delle attrezzature, delle spese di riscaldamento, acqua, luce e gas, materiale di consumo (carta igienica, detersivi), pulizia, smaltimento rifiuti e cura del verde.